
Brescia città aperta. Reportage da una capitale di cultura
Autore:
Marco Archetti
Editore: Enrico Damiani Editore e Associati
Genere: Saggistica e Spiritualita'
Anno di pubblicazione:
2023
15,00 € COMPRALO QUI
Che cosa trasforma un insieme di edifici e persone in un cantiere di identità e appartenenza?
In un reportage realizzato alla vigilia di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, Marco Archetti dialoga con Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei, Gian Mario Bandera, direttore del Centro Teatrale Bresciano, e Umberto Angelini, sovrintendente del Teatro Grande, per raccontare una “capitale di cultura” attraverso le istituzioni che ne costituiscono l’ossatura.
Un esempio virtuoso di coralità, collaborazione e capacità di aprirsi a un dialogo proficuo tra loro e con la comunità, col territorio e col proprio tempo.
Viva e presente, e non meno centrale nel racconto, Brescia, che ha saputo cambiare ed evolvere, nutrire nuove forze creative e stabilire un rapporto sempre più profondo con chi la vive. Non si tratterà, quindi, del racconto di tre “visioni” in un luogo astratto, ma di tre persone che stanno lavorando a un progetto, credendo in ciò che rappresentano.
Non una natura morta con istituzione, dunque, ma una natura viva di uomini, donne, storie, passioni e fertili contiguità, in una città piena di ambizione e spinta innovativa, capace di farsi modello.
In un reportage realizzato alla vigilia di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023, Marco Archetti dialoga con Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei, Gian Mario Bandera, direttore del Centro Teatrale Bresciano, e Umberto Angelini, sovrintendente del Teatro Grande, per raccontare una “capitale di cultura” attraverso le istituzioni che ne costituiscono l’ossatura.
Un esempio virtuoso di coralità, collaborazione e capacità di aprirsi a un dialogo proficuo tra loro e con la comunità, col territorio e col proprio tempo.
Viva e presente, e non meno centrale nel racconto, Brescia, che ha saputo cambiare ed evolvere, nutrire nuove forze creative e stabilire un rapporto sempre più profondo con chi la vive. Non si tratterà, quindi, del racconto di tre “visioni” in un luogo astratto, ma di tre persone che stanno lavorando a un progetto, credendo in ciò che rappresentano.
Non una natura morta con istituzione, dunque, ma una natura viva di uomini, donne, storie, passioni e fertili contiguità, in una città piena di ambizione e spinta innovativa, capace di farsi modello.