La Microeditoria dal 2003 a oggi

Una storia che inizia nel 2003, quella della Microeditoria di Chiari, l’imperdibile appuntamento con le piccole e piccolissime case editrici italiane e i loro autori, i grandi ospiti, i readings, gli eventi, le tavole rotonde e i laboratori per i bambini.

L’idea della rassegna clarense, nasce quando il Comune di Orzinuovi, limitrofo a Chiari, decide di non dare seguito allo svolgimento di una rassegna editoriale molto apprezzata dai piccoli editori – che in quel modo potevano farsi conoscere sul territorio bresciano. Angelo Mena, titolare della casa editrice GAM e già tra gli editori che partecipavano alle iniziative del Comune di Orzinuovi, ritenne importante dar seguito a quell’esperienza rinnovandola, in modo da mantenere vivo uno spazio/vetrina dedicato ai piccoli editori nella provincia di Brescia. Sullo stimolo di quella indicazione, sempre nel 2003, vennero fatti sondaggi e interviste presso piccoli editori (o editori indipendenti come preferiscono definirsi) di tutta Italia, che confermarono l’interesse per una manifestazione dedicata a valorizzare la loro produzione.

Alla luce dei risultati l’Associazione Culturale L’Impronta e il Comune di Chiari approvarono la proposta e affidarono ad Angelo e Daniela Mena l’organizzazione dell’evento. Anziché usare l’espressione “piccoli editori” si scelse di creare una nuova parola usando il termine “micro” da intendere come la precisa traduzione in greco della parola “piccolo”. In seguito Microeditoria è entrato a far parte del linguaggio comune per designare gli editori che producono meno di 10 titoli l’anno. Lo sforzo iniziale per organizzare la prima edizione del 2003 venne premiato con l’adesione di oltre 3.000 persone e 50 micro e piccoli editori, favoriti dalla presenza di Alda Merini e di Corrado Augias, che confermarono la credibilità dell’iniziativa.

Negli anni la fiera è cresciuta diventando uno dei più noti appuntamenti nazionali dell’editoria italiana. Dal 2011 la Rassegna della Microeditoria di Chiari è infatti tra le tre fiere di settore dedicata alla piccola e media editoria più importanti insieme a Pisabook Festival (Pisa) e a Più libri più liberi (Roma) ed è la manifestazione più grande della Lombardia. A settembre 2011 infatti la storica manifestazione di Belgioioso è stata sospesa, dopo vent’anni di attività, per mancanza di fondi.

La Microeditoria è divenuta così il nuovo importante punto di riferimento del Nord Italia, al punto da diventare il motivo fondante che fa meritare a Chiari il titolo di prima Capitale italiana del Libro nel 2020, su indicazione del ministro Dario Franceschini.

Questo sancisce definitivamente l’importanza dell’evento, vetrina significativa per i piccoli e medi editori che durante la tre giorni hanno la possibilità di promuovere le proprie novità editoriali ad un pubblico sempre più eterogeneo per età e gusti culturali. La Rassegna rappresenta infatti una rete fitta di occasioni uniche per confrontarsi e dialogare con lettori appassionati, curiosi e attenti alle proposte che si collocano a lato dei tradizionali circuiti commerciali, ma è anche il risultato di un’incessante opera di coinvolgimento del territorio e della sua gente, nell’ottica di una crescita culturale che non sia fine a se stessa, ma utile al tessuto sociale bresciano.

L’evento dura tre giorni e sin dalla prima edizione vede la direzione artistica di Daniela Mena.

Al fine di agevolare il contatto diretto con gli editori ed il pubblico, l’ingresso è gratuito sin dalla prima edizione.

La rassegna si tiene nelle stanze in stile liberty della Villa Mazzotti di Chiari, la villa del conte ideatore della famosa gara automobilistica Mille Miglia.

Tra gli ospiti illustri che hanno partecipato alle passate edizioni si ricordano Alda Merini, madrina della prima edizione insieme a Corrado AugiasPhilippe Daverio, Andrea De Carlo (padrino della manifestazione), don Virginia Colmegna, il teologo Paolo De Benedetti, il giornalista Oliviero Beha, il conduttore tv Daniele Bossari, la scrittrice Dacia Maraini, il magistrato Gherardo Colombo, l’architetto Stefano Boeri, lo scrittore Vittorio Messori, l’attore Arnoldo Foà, il critico Gillo Dorfles, Riccardo Chiaberge, il critico letterario Piero Dorfles, la scrittrice Viviane Lamarque, i giornalisti Riccardo Iacona, Luca Sofri e Toni Capuozzo, il cantautore Davide Van De Sfroos, il musicista Rocco Tanica, il critico cinematografico Morando Morandini, il fumettista Giac Michelon, Vittorio Messori, Sergio Rizzo, Mauro Pagani, Enzo De Caro, Omar Pedrini, Lidia Menapace, Franca Grisoni, Teresa Belmonte, Michela Murgia, Nando Dalla Chiesa, Cesare Trebeschi, Isabella Bossi Fedrigotti, Paolo Hendel, Luca Mercalli, Raul Cremona, Iginio Massari, il direttore della Treccani Massimo Bray, Roberto Piumini, Andrea Vitali, Giulio Giorello, Edoardo Boncinelli, Alex Corlazzoli, Beppe Lopez, Vittorio Gregotti, Davide Rondoni, Luca Mercalli, Carlo Gabardini, Roberto Piumini, Piergiorgio Odifreddi, Achille Occhetto, Sergio Staino, Bianca Pitzorno, Vincenzo Regis, Gigi Maieron, Pietruccio Montalbetti, Dario Arkel, Annalisa Cuzzocrea.


Il logo di Armando Milani

Il logo della manifestazione è omaggio del designer, di fama internazionale, Armando Milani, amico di Daniela Mena. Gliene siamo immensamente riconoscenti.


Alda Merini e la Microeditoria

La direzione artistica, lo staff e gli ospiti della Rassegna si sentono particolarmente legati alla figura di Alda Merini. E’ stata la prima ospite importante della Microeditoria, durante la prima edizione: è stata colei che ci ha consentito di farci conoscere e far decollare la manifestazione, così come, partecipando alla conferenza stampa della seconda edizione, ha fatto sì che, dopo il lancio, anche il proseguimento dell’evento si consolidasse, sotto le sue ali, che sapevano volare davvero alto. La ricordiamo come un “inno alla vita”, con l’affetto e la riconoscenza per questa GRANDE poetessa e soprattutto per questa grande donna, da sempre capace di cantare la bellezza e l’afflizione, di camminare su linee sospese tra quelle che la gente chiama ragione e follia, di parlare a piccoli e grandi, indifferentemente. Sito ufficiale dedicato ad Alda Merini: http://www.aldamerini.it

Biografia Alda Merini

             

Alda Giuseppina Angela Merini nasce il 21 marzo 1931 a Milano in viale Papiniano 57 da famiglia di condizioni modeste. Il padre, Nemo Merini, svolgeva lavoro di dipendente presso le assicurazioni la “Vecchia Mutua Grandine ed Eguaglianza il Duomo” e la madre, Emilia Painelli, era casalinga. Era mediana tra Anna, nata il 26 novembre 1926 ed Ezio, nato il 23 gennaio 1943 che la scrittrice fa comparire, sia pure con un certo distacco, nella sua poesia). Della sua infanzia si conosce quel poco che lei stessa scrisse in brevi note autobiografiche in occasione della seconda edizione dell’Antologia di Spagnoletti: che era una ragazza sensibile e dal carattere melanconico, piuttosto isolata e poco compresa dai suoi genitori ma molto brava ai corsi elementari: “… perché lo studio fu sempre una mia parte vitale”. Dopo aver terminato il ciclo elementare con voti molto alti, frequenta i tre anni di avviamento al lavoro presso l’Istituto “Laura Solera Mantegazza” in via Ariberto a Milano e cerca, senza riuscirci per non aver superato la prova di italiano, di essere ammessa al Liceo Manzoni. Nello stesso periodo si dedica allo studio del pianoforte, strumento da lei particolarmente amato. Esordisce come autrice giovanissima, a soli quindici anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti che scoprì il suo talento artistico.Nel 1947, Merini incontra “le prime ombre della sua mente” e viene internata per un mese nella clinica Villa Turro a Milano. Quando ne esce alcuni amici le sono vicini e Giorgio Manganelli, che aveva conosciuto a casa di Spagnoletti insieme a Luciano Erba e Davide Turoldo, la indirizza in esame presso gli psicoanalisti Fornari e Musatti. Giacinto Spagnoletti sarà il primo a pubblicarla nel 1950, nell’Antologia della poesia italiana contemporanea 1909-1949, con le liriche “Il gobbo”, datata 22 dicembre 1948, e “Luce”, del 22 dicembre 1949, dedicata a Giacinto Spagnoletti. Nel 1951, su suggerimento di Eugenio Montale e di Maria Luisa Spaziani, l’editore Giovanni Scheiwiller stampa due poesie inedite dell’autrice in “Poetesse del Novecento”. Nel periodo che va dal 1950 al 1953 Merini frequenta per lavoro e per amicizia Salvatore Quasimodo. Terminata la difficile relazione con Giorgio Manganelli,il 9 agosto 1953 sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie di Milano, ed esce, presso l’editore Schwarz, il primo volume di versi intitolato “La presenza di Orfeo”. Nel 1955 esce la seconda raccolta di versi intitolata “Paura di Dio” con le poesie che vanno dal 1947 al 1953 alla quale fa seguito “Nozze romane” e nello stesso anno, edita da Bompiani, viene pubblicata l’opera in prosa “La pazza della porta accanto”. Nasce in quello stesso anno la prima figlia, Emanuela, e al medico curante della bambina, Pietro De Paschale, Alda Merini dedica la raccolta di versi “Tu sei Pietro” che viene pubblicata nel 1962 dall’editore Scheiwiller. Dopo “Tu sei Pietro” inizia un difficile periodo di silenzio e di isolamento, dovuto all’internamento al “Paolo Pini”, che dura fino al 1972, con alcuni ritorni in famiglia durante i quali nascono altre tre figlie. Si alterneranno in seguito periodi di salute e malattia, probabilmente dovuti alla sindrome bipolare, della quale hanno patito anche altri grandi poeti ed artisti quali Charles Baudelaire, Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald, Lord Byron e Virginia Woolf. fonte – Wikipedia

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